Festival della Complessità. Dialoghi sui Mondi Possibili
13 maggio ore 10-11.30
Il Filo del Sé. Narrazioni. Scrivere per ri-conoscere.
Tra trama e ordito. La Scrittura come via per comprendere se stessi per comprendere il mondo.
di e con
Francesca Violi
Chi sono
Proprio perché parleremo di narrazioni e di biografia, mi presento raccontandovi brevemente la mia storia. Nasco e cresco tra i colli dell’Appennino Tosco-Emiliano di cui ricordo la pace e la meraviglia legata al costante contatto con la natura e i suoi mutamenti stagionali.
Scrivo da quando ho 12-13 anni e ho iniziato con il classico diario quotidiano o diario segreto.
La mia curiosità per tutto ciò che riguarda la vita, la natura e l’uomo mi ha dapprima spinto a studi scientifici per poi portarmi verso l’area umanistica con la psicologia e le Arti.
Sono Psicologa specializzata in psicoterapeuta Ecobiopsicologica e Maestra d’Arte e nel 2010 pubblicai il mio, e per ora primo, libro Lilith. Risveglio di un’Ombra. Ed. Persiani.
L’incontro con l’Ecobiopsicologia fu per me non solo la possibilità di sintesi di tutto il mondo simbolico che da tempo mi interessava, ma fu anche la mia possibilità di crescere professionalmente, diventando post-specializzazione Caporedattrice della Rivista Materia Prima e successivamente Responsabile dei progetti e delle Innovazioni e docente dal 2011 al 2016. Nel 2012-2014 ebbi la possibilità di collaborare a un capitolo del libro Dal segno al simbolo di E. Laszlo, P.M. Biava e D. Frigoli, in cui si pongono le basi per il nuovo paradigma nel campo della medicina e della salute in ottica sistemico-integrata. Dal 2015 porto i miei contributi come relatrice al Festival della Complessità nelle diverse città.
Come in tutte le biografie gli eventi della vita si muovono in ciclicità con andamenti che spesso l’Io non riconosce come sensati ma ne vive solo la sofferenza. A causa di problematiche familiari fui costretta ad abbandonare i miei ruoli e l’abitazione che allora avevo a Milano per rientrare a Parma e occuparmi di me e della mia famiglia d’origine.
In quegli anni, faticosi e disorientanti e appunto dolorosi, ceraci di ripartire fondando Centro Speira dove tuttora lavoro insieme ad altre colleghe.
Quegli anni mi permisero di sondare e aprirmi a nuove conoscenze e un recupero di un nuovo equilibrio spazio-temporale tra lavoro e vita personale mi diede la possibilità di ritornare a scrivere non solo per articoli scientifici o clinici come avevo fatto negli ultimi anni, ma per me stessa e per il mondo in forma poetica e letteraria.
L’amore per il simbolico e i legami uomo-natura che già avevano base nel mio approccio Ecobiopsicologico e la nascita di mia figlia nel 2020 mi portarono ad recuperare gli studi antropofosofici che già avevo incontrato durante la formazione in Aneb e approfondito successivamente.
Per liberare ulteriormente la scrittura mi regalai nell’ultimo anno un percorso personale alla Libera Accademia dell’autobiografia (LUA) di Duccio Demetrio.
Ed eccomi oggi, come donna, madre, psicologa, psicoterapeuta, counselor biografica, scrittrice e formatrice e cercare di condurvi a sentire tutta la forza della parola e della scrittura e come poterla utilizzare nel vostro quotidiano o nella misura in cui in alcuni momenti possa essere una via per attraversarsi e ri-trovarsi.
Inizierei dunque dal titolo che ho scelto per il nostro incontro di oggi.
Narrazioni
Perché parlo di narrazione e complessità? All’interno del festival si parla di cultura della complessità che ha le radici nelle scienze della complessità… per complessità di intende da complector “tenere insieme”, “abbracciare”, lo sforzo di vedere tutto ciò che è la realtà come una serie di sistemi autopoietici in relazione costante tra loro, ciò vale sia per l’uomo e i suoi livelli di complessità interna (cellule, tessuti, organi, etc.. famiglia, società, natura) sia per i livelli di complessità della natura stessa nella sua multidimensionalità.Quindi oggi possiamo dire che si è arrivati alla consapevolezza che tutto è interrelato (entanglement) e tutto è in movimento continuo e trasformazione (cellule del corpo a parte le nervose mutano completamente in cicli di 7 anni, etc..) quindi come muta la materia muta anche il nostro Io, al nostra coscienza personale insieme alla coscienza collettiva, mutano le società, le famiglie, etc…Se riusciamo con la mente un attimo a fermare e cogliere nella loro profondità ciò che vogliono dire, allora per esempio ci ricorderemo che siamo noi sulla Terra a girare intorno al sole e sul nostro asse terrestre e non il contrario.Quindi mutiamo dentro e fuori costantemente… l’Io come le cellule muta nel tempo e cresce a ritmi archetipici che sono i ritmi della natura.A questo punto sono possibili solo narrazioni, proprio per questo continuo mutare, in cui la narrazione permette di dare forma e comprendere (tenere insieme) tutto ciò che finora si è presentato e co-costruito insieme uomo-natura.In un mondo in continuo divenire in cui sono le relazioni e le esperienze interrelate tra i diversi mondi e dimensioni che dettano il passo del cambiamento sia possibile solo narrazioni in divenire. Narrare dà forma alla mente e permette di prendere coscienza del momento presente e del proprio essere interrelati al tutto (entanglement).
Scrivere
Perché scrivere? “La parola e la scrittura sono movimento trasformato”, dice Steiner. Scrivere utilizza la mano che nel primo gesto dell’afferrare tanto caro alle neuroscienze in cui l’uso della mano è la conquista della verticalità anche nello sviluppo del bambino un passaggio fondamentale quando può stare in piedi senza aggrapparsi ed esplorare il mondo con le mani.
La scrittura (rigorosamente a mano) e nelle arti si attiva quel processo che Duccio Demetrio chiama bilocazione cognitiva in cui noi siamo allo stesso tempo autori e spettatori di noi stessi, dell’altro e del mondo. L’osservazione insieme alla narrazione sono due modalità basilari per essere nel mondo fluendo e dialogando con esso.
Per ri-conoscere
Ri-conoscere è inteso nel senso di guardarsi con gli occhi del bambino permettendosi di vederci di nuovo, nuovamente come una prima volta, “senza memoria né desiderio” direbbe Bion, senza giudizio o interpretazione, dando la possibilità di poter cogliere un nuovo fil rouge che finora non era che invisibile o inconscio. Ri-conoscersi nel senso di quel prendere forma nel presente cogliendo il senso di ciò che è stato, tessendo nel presente le basi del futuro.
Il Filo del Sè si ispira al termine Sutratma.
Sutratman
(San.) – Letteralmente, “il filo dello spirito”; l’Individualità immortale (il Sé) che si incarna negli uomini una vita dopo l’altra e su cui sono infilate, come perle su di un filo, le sue innumerevoli Personalità (Io), nella tradizione dei Vedantini.
(Occ.) – Filo di Vita o Filo di Fohat, è il Filo dell’Essere che anima l’uomo e passa attraverso le Personalità, o Rinascite, su questa Terra. Nella filosofia indù è detto Sutratma. Il filo di vita è il legame che unisce la serie ininterrotta delle manifestazioni della Vita (esistenze, rinascite), sia nel corpo fisico che al di fuori di esso.
Per cui faticasse a una visione spirituale più ampia che si allarga alla reincarnazione e alla vite precedenti può immaginare quel filo come base costante nella vita attuale di tutte le mutazioni dell’Io nel corso del tempo, così come dicevamo all’inizio.
Biografia
Il tema della biografia, dal greco bio: vita e graphos: scrittura, riguarda ognuno di noi. Non si tratta solo di un intessere per la propria vita, per il proprio destino, ma anche di un desiderio di comprendere le forme sorprendenti e diverse attraverso le quali si dispiega la vita degli altri. La conoscenza di sé e la conoscenza del mondo sono qui interconnesse in maniera inestricabile.
Ciascuno ha il suo “filo rosso di vita” personale, la sua propria bio-grafia che si intesse con quella degli altri per costruire il canovaccio della società umana in evoluzione.
La nostra bio-grafia va anche oltre e si intesse con la biografia delle piante, degli animali, dei minerali, con la biografia della Terra e dell’Universo. Ogni biografia è un fatto personale e collettivo, un fatto sociale.
In ogni biografia personale possiamo vedere questo intreccio e vedere come il nostro divenire è direttamente intrecciato e interdipendente al divenire degli Altri, del Mondo, della Natura, dell’Universo.
È L’ontogenesi ricapitola la filogenesi. Direbbe Haeckel
Possiamo cogliere nella nostra storia la storia dell’universo stesso e la sua autocreazione.
Facciamo un esempio semplice, ognuno di noi si ferma nella propria biografia spesso al nucleo familiare, si ferma alle storie umane, ma se allarghiamo la lente, vedremo nelle nostre biografie intrecciarsi storie di animali, anche per chi non ne possiede uno direttamente, storie di luoghi non solo case ma ambienti in cui queste case sono collocate. Storie che hanno contesti territoriali diversi…
Ecco che la biografia diventa la narrazione per eccellenza in cui ognuno di noi, partendo da se stesso può vedere le interconnessioni di sé con gli altri, il mondo, la natura e come tutte queste connessioni abbiano contribuito a renderlo ciò che è.
Quando la Vita diviene la prima e la maggiore delle Arti, tutte le altre non sono che una introduzione meno nobile, e anche la Scienza se vuole penetrare l’intima essenza delle cose deve essere in grado di suggerire emozioni e stati di animo, (…) deve diventare un Arte poetica, perché la Vita è soprattutto musica, in cui armonicamente si fondono le leggi matematiche del suono e le impressioni indefinite dell’anima
Diego Frigoli, Il Telaio incantato della Creazione, 2022
Come utilizzo dunque la scrittura?
La uso come psicoterapeuta, in psicoterapia, con i miei pazienti inserendo la biografia o la scrittura dei sogni, dei pensieri, lettere…
Come Counselor biografico come percorso in un numero preciso di incontri in individuale che ripercorre la propria biografia dalla nascita ad oggi.
In gruppo, nei percorsi Il Filo del Sé, rimanendo nel rispetto della privacy individuale, in una serie di incontri strutturato a moduli in cui ognuno si ferma al modulo dell’età in cui si trova.
Percorso: percursus del lat. percurrere “passare attraverso”, comp. di per- e currere “correre”]
Il percorso è accessibile a tutti, per il momento dai 21 anni in su, in cui esplorandosi a partire dalla propria storia ognuno possa divenire se stesso prendendo coscienza di sé aprendosi alla scoperta di un senso più ampio della vita.
Entrando in contatto con la propria storia e cogliendo la complessità e l’interdipendenza di ogni cosa, si può essere toccati in modo commovente dalla forza dell’esistenza che è in ognuno di noi e in ogni cosa.
Il percorso di scrittura autobiografica è strutturato a moduli, può essere un lavoro individuale o individuale fatto in gruppo che lascia tutto lo spazio alla profondità della storia personale mantenendo la protezione delle proprie parti in gruppo. Ogni gruppo ha proprie dinamiche e proprie caratteristiche che creeranno il campo di lavoro del gruppo stesso.
Il percorso Filo del Sé si muove secondo i ritmi archetipici della vita e della natura e non ha una struttura fissa, se non dal punto di vista analogico-simbolico seguendo le tappe temporali della crescita (ordito), e si autodefinisce col gruppo che si crea (le trame dei singoli partecipanti), il terapeuta (facilitatore) si limita a mettere in gioco le forze che già sono presenti nel campo accompagnandone il ritmo.
Se vuoi conoscere te stesso,
guarda in ogni angolo del mondo;
se vuoi conoscere il mondo,
osserva nel profondo di te stesso.
Se vuoi conoscere te stesso,
allora cercati nell’universo;
se vuoi conoscere il mondo,
allora spingiti nel profondo di te stesso.
Tutte le tue profondità,
come in un ricordo del mondo,
ti sveleranno i misteri del cosmo
Steiner
L’importanza del Ricordare
“Siamo qui non per apprendere ma per ri-cor-dare”
Lat. recordari, der. di cor cordis ‘cuore’, in quanto dagli antichi era ritenuto sede della memoria, col pref. re- .
Siamo qui per dare di nuovo cuore a ciò che c’è, ricordare nel senso Platonico di poter accedere a quelle memorie dimenticate fondamento della vita e da sempre substrato della nostra anima
Attraverso la scrittura autobiografica in un percorso che vada ad aprire il cuore in tal senso, permettendoci di rivedere noi stessi sotto una nuova luce, è possibile riscrivere se stessi diventando ciò che si è.
Connettoma
Oggi le neuroscienze parlano di connettoma come la biografia delle nostre relazioni ed esperienze.
Ciò ci è anche confermato dalle neuroscienze quando ci dicono che noi siamo il nostro connettoma, ossia la mappa comprensiva delle connessioni neurali nel cervello, costruita su base relazionale ed esperienziale e che i connettomi si modificano nel corso della vita a seconda delle esperienze e degli accadimenti che per ognuno di noi sono diversi (Seung, 2012). Seguendo tale approccio, potremmo affermare che, se da un punto di vista genetico il genoma definisce la nostra essenza in potenza in quanto normalmente non modificabile, il connettoma estrinseca il pensiero umano nel suo evolversi, in quanto inserito in un contesto che alimenta la persona, definendola attraverso un omeostasi dinamica all’interno di un quadro sistemico.
“La mente è il prodotto delle interazioni fra esperienze interpersonali e strutture funzioni del cervello (…) emerge da processi che modulano flussi di energia e di informazioni all’interno del cervello e fra cervelli diversi (…) si forma all’interno delle interazioni fra processi neurofisiologici interni ed esperienze interpersonali. Lo sviluppo delle strutture e delle funzioni cerebrali dipende dalle modalità con cui le esperienze, e in particolare quelle legate a relazioni interpersonali, influenzano e modellano i programmi di maturazione geneticamente determinati dal sistema nervoso. In altre parole, le “connessioni” umane plasmano lo sviluppo delle connessioni nervose che danno origine alla mente” (Siegel, 2001).
Non è possibile scindere il corpo dalla mente e la mente dal corpo e questi dall’ambiente in cui si trovano: “gran parte della fisiologia cerebrale non è né hardware, né software. Piuttosto è una fisiologia umida, come fluidi, ormoni, trasmettitori, sostanze biochimiche ed endocrine- tutte cose per le quali il cervello risulta essenzialmente connesso con il corpo intero e con il resto della fisiologia nella sua globalità” (Dbru).
Gli scienziati impegnati nello studio del connettoma ne vedono il substrato neurobiologico: “…ogni fiume ha un letto, e senza questo solco nella terra l’acqua non saprebbe in quale direzione scorrere. Ecco… dal momento che il connettoma definisce le vie di scorrimento dell’attività neurale, possiamo considerarlo il letto del fiume della coscienza. È una metafora molto potente. Nel lungo periodo, come l’acqua del fiume plasma lentamente il letto, così l’attività neurale cambia il connettoma” (Seung).
La risposta avanzata da Seung a queste domande è sicuramente affermativa (Seung). Egli infatti sostiene che la prima vera possibilità offerta dalla conoscenza del connettoma abbia a che fare con la nostra unicità. Sappiamo che esistono differenze individuali anche molto marcate e che dipendono da fattori fenotipici e genotipici, ma il connettoma riesce a spingersi ancora più in là essendo un marcatore individuale che ci consente di cogliere la pluralità delle differenze e nel contempo l’unicità delle nostre caratteristiche: perché siamo più introversi dei nostri amici, più curiosi, meno attenti, più aggressivi e meno tolleranti ecc ecc.
Ecco perché possiamo ritenere fondamentale il tema della biografia e dell’autobiografia come esperienza e relazione che permette di ri-conoscere se stessi interrelati alla natura e al movimento dei ritmi universali.
Per Info e conoscere Il Filo del Sè
Potete seguirmi e trovare tutte le informazioni sulla pagina Facebook o Instagram @ilfilodelse dove trovate spunti di riflessione e troverete le iniziative e i corsi. Le stesse informazioni sono anche nel mio sito www.francescavioli.it.
Potete scrivere a ilfilodelse.bio@gmail.com
Bibliografia
Frigoli D., Il telaio incantato della vita, 2022
Dbru C., Metafore del cervello, in Gagliasso E., Frezza G. (2010) (a cura di), Metafore del Vivente. Linguaggi e ricerca scientifica tra filosofia, bios e psiche, Franco Angeli, Milano
Laszlo E., Biava P.M., Frigoli D., Dal segno al simbolo, ed. Persiani, 2014
Seung S, Connettoma, Codice Ed., 2013
Steiner R., Le Basi Conoscitive e i Frutti dell’Antroposofia, Antroposofica Ed. 2018